Il sonno della ragione by Juan Miguel Aguilera

Il sonno della ragione by Juan Miguel Aguilera

autore:Juan Miguel Aguilera [Aguilera, Juan Miguel]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical, General, Fantasy
ISBN: 9788878991590
Google: tFohGQAACAAJ
editore: Lorenzo Barbera Editore
pubblicato: 2007-05-02T22:00:00+00:00


CAPITOLO DODICESIMO

Il secondo giorno di traversata, i venti continuarono a essere tanto favorevoli che la flotta si lasciò alle spalle i mari d’Inghilterra. Aveva dunque coperto quasi la metà del tragitto per arrivare in Spagna. Il peggio sembrava passato, e tutti presagivano che il resto del viaggio sarebbe stata normale routine. Da sabato, avrebbero avvistato il porto di Santander, termine della navigazione.

Quel mattino, alcuni ammazzavano il tempo leggendo libri di cavalleria, altri giocando a scacchi, a dama o a carte. Vauldre e i suoi cavalieri tiravano di scherma sul ponte. Laurent Vital presentò a Luis uno dei suoi amici, un certo Jean Cornille, uno dei più anziani piloti di bordo. Aveva l’aria molto occupata, nell’immediato, ma Luis lo incontrò un po’ più tardi in un punto tranquillo del ponte di coperta e riuscì a intrattenersi con lui.

«Laurent mi ha assicurato che vi trovavate a bordo del vascello della madre del re, in occasione del suo primo viaggio nelle Fiandre…»

«Ero l’assistente del pilota spagnolo, che non aveva nessuna esperienza di navigazione nel distretto di Calais», disse Cornille, con un ampio sorriso. Aveva tutti i denti, ma erano talmente gialli che sembravano di legno. Il viso era conciato come una vecchia pelle, attraversato da un’infinità di rughe sottili. Aveva il cranio e le guance coperte da una peluria bianca. «Io, invece, ho fatto talmente tante volte questo tragitto che ho perso il conto».

«Potete parlarmi di quel viaggio? Ho ricevuto l’incarico di studiare la malattia di doña Giovanna e vorrei conoscere gli antecedenti del suo male».

Cornille squadrò Luis corrugando le palpebre. Quello spagnolo era quasi un ragazzo, non gli sembrava capace di curare nemmeno il più innocuo giradito. Ma chiese: «Siete medico?».

«No, no… Sono professore a Lovanio e studio…»

«Allora vi sbagliate. Doña Giovanna non è malata, è pazza. Forse avrebbe bisogno di un chirurgo per estrarle la pietra della follia dalla testa, ma non di un medico o di un professore di Lovanio».

«Diciamo che sto studiando le malattie dell’animo… E il signore di Chièvres mi ha incaricato di interessarmi al male di cui soffre la madre del re».

«Va bene», disse alzando le spalle, «se è il signore di Chièvres in persona che ve l’ha chiesto… Sono al vostro servizio».

«Bene», lo incoraggiò Luis. «Allora, parlatemi di quel primo viaggio».

Con gesto teatrale, Jean Cornille si portò la mano alla tempia e prese l’atteggiamento di chi compie uno sforzo intenso per ritrovare con esattezza il ricordo di quei giorni lontani.

«Talvolta, la memoria è fugace come un pesce spalmato di grasso», disse, «ma posso evocare le peripezie di quel viaggio senza grandi difficoltà. Furono giorni interessanti, per me».

«Vi prego, raccontatemi».

«Ebbene, levammo l’àncora a Laredo, a metà del mese di agosto dell’anno 1496 di Nostro Signore. Doña Giovanna era all’epoca una principessa, quasi una bambina, inviata dalle loro Maestà i Re Cattolici di Spagna per sposarsi con don Filippo d’Asburgo, che allora era arciduca. Non fu un viaggio facile. Per non fare brutti incontri coi francesi, deviammo la rotta verso nord, e i venti ci spinsero fino alle coste di Portland.



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